Oltre Finanza

Thursday, February 08, 2007

Intervista tripla


Eccoci di nuovo per proporre un intervista dell'amica Lari. Questa volta l'intervista è Tripla, e gli ospiti sono i Signor Berlinzani, Ponzinibbi ed il sottoscritto, che confronto agli altri due è una pulce, ma qualcosa di buono ogni tanto la dico persino io.
Ovviamente l'argomento è sempre forex (mercato valutario), e consiglio vivamente la lettura perché piena di considerazioni interessanti, inoltre non è da tutti giorni avere davanti tre modi di pensare e vedere le cose in maniera differente a confronto, in maniera così chiara.
Ringrazio ancora una volta Lari che ci permette di pubblicare l'intervista all'interno del blog, ed i Signori Ponzinibbi e Berlinzani che per l'ennesima volta ci dimostrano la loro professionalità e disponibilità, qualità sempre più rare al mondo d'oggi.

Buona lettura.

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Question Due punti caldi si affronteranno da qui a pochi giorni, ovvero l’intenzione da parte della B.C. Svizzera di porre un fermo alla caduta del franco-svizzero e le future sorti dello Yen, di cui con probabilità se ne parlerà al G7 di Essen, nell’ intanto come rapportarsi verso queste due valute( chf e yen)? Meglio attendere e restare neutrali, ?

Enrico: Da trend follower la mia risposta non può che essere , resta flat e prendi il trend. Sinceramente ho delle difficoltà nel commentare la situazione svizzera, poiché non mi sono mai interessato, dando un'occhiata al grafico vedo la valuta svizzera dai minimi toccati nel 2005 sta lentamente recuperando, con le dovute oscillazioni.
Lo Yen sicuramente è più volatile e bisogna andarci più cauti.
Innegabile che la discesa è agli sgoccioli, l'ha capito pure l'Europa; ciò non toglie (ho fatto l'abitudine) che lo yen possa fare ancora una bella discesa prima di iniziare il recupero. Mentre il recupero del franco svizzero è già in atto da mesi, quello dello yen deve ancora iniziare. Certo avvisaglie d'inversione sono sempre più frequenti, ma un vero segnale non è ancora arrivato. Come già ho scritto nel blog io considero marzo il mese critico!

Question Ponzinibbi di fronte a questa incertezza a tuo parere come è meglio comportarsi comportarsi ?

Su entrambe le valute pesa il differenziale tassi, che le penalizza in modo marcato anche in prospettiva, dato che le rispettive autorità monetarie mantengono un atteggiamento più moderato sull’andamento dei prezzi interni rispetto alle altre principali banche centrali. I fondamentali, quindi, non lasciano molto spazio alla possibilità di un rintracciamento consistente rispetto ai livelli correnti, ma solo a correzioni tecniche di consolidamento del trend principale. Se si guarda al breve termine, ci si può però posizionare sfruttando le possibili dichiarazioni, o i silenzi, provenienti dal G7, che possano contribuire a determinare ulteriore volatilità, determinando correzioni anche importanti, seppur temporanee. In particolare, l’eurchf avrebbe spazio fino a 1.6000 senza incrinare il percorso rialzista, mentre l’euryen potrebbe rintracciare comodamente fino a 153.80 lasciando inalterato il trend di medio periodo.

Question Berlinzani,due punti caldi e incertezza …la sua opinione?

Berlinzani:Le questioni Chf e Yen sono estremamente differenti tra di loro nel senso che mentre ilFranco ha vissuto una fase di relativo indebolimento (da 1.5500 a 1.6250) nei confrontidell’Euro , lo Yen è sui minimi degli ultimi 10 anni (da quando, per intenderci, è nato l’Euro).Per il Franco si può e si deve dire che la Banca Nazionale Svizzera rifiuta un indebolimento troppo rapido della valuta, ma il livello di quest’ultima non è tale da impensierire le autorità monetarie.
Il franco non rappresenta più la moneta rifugio per eccellenza, e il suo posto è stato preso dal dollaro di Singapore.
La valuta elvetica è ormai ancorata all’euro in una sorta di legame inscindible in un range compreso tra 1.5000 e 1.6500.
Nel passato, quando ancora c’erano le valute nazionali europee, si è visto anche un cambio pari circa a 2 franchi per un Ecu (Euro), quindi non dobbiamo assolutamente preoccuparci di un cambio di 1.6100.
Per lo Yen il discorso è differente. La manipolazione verbale (ma non più reale) sul cambio della Boj ha fatto si che lo Yen si indebolisse sempre di più negli ultimi anni, con la conseguenza che, mentre nei confronti del Usd la valuta giapponese si può considerare su un livello apparentemente di equilibrio storico, 120 Yen per dollaro (anche se in termini di real
effective change appare ampiamente sottovalutata essendo tale cambio pare a 100.00 oggi) ,nei confronti della moneta unica siamo vicini a 160 yen per euro, un livello fuori dal real effective change di circa il 30% (essendo quest ultimo più vicino a 120.00 che a 160.00).
Ma come è ben noto, nel mercato dei cambi, i prezzi di mercato si discostano realmente anche di molto dai valori fondamentali, e anche per molto tempo, rientrando nei parametri fondamentali solo nel lunghissimo periodo.
La nostra opinione al riguardo è che il franco nel medio periodo potrebbe continuare ad indebolirsi mentre lo Yen si muoverà ancora per qualche tempo a seconda dell’andamento dei tassi di interesse. Ovviamente se al G7 non decideranno di metterne un freno alla caduta.
Se così fosse, allora per lo Yen si aprirebbero enormi spazi di rivalutazione nei confronti
dell’Euro, con l’incognita però se a muoversi al ribasso sarà l’EurUsd oppure il Usdjpy.
E su questo pare assolutamente difficile pronunciarsi ora .


Question La sterlina e Lo Yen. Nella possibilità che la divisa Giapponese venisse sostenuta dalla politica delle Banche Centrali e dall’ Economia Europea , ritrovasse la sua via verso rialzo, quale reazione prevedi avrà la coppia “Bbp-Jpy “?

Berlinzani:GbpJpy è su dei massimi significativi di lungo periodo, ma dall’altro lato è uno dei cosiddetticarry trade per eccellenza, avendo un differenziale di tasso del 5%.
Il che significa che un investitore che venda Yen oggi al cambio di 236.00 e comprasse sterline,avrebbe un cambio di riferimento dopo un anno di 224.00 Yen per sterlina con un guadagno
di ben 1200 punti, solo esclusivamente legati al differenziale di tasso di interesse.
Appare quindi logico il fatto che la maggior parte degli investitori acquisti sterline su ogni ribasso e venda Yen per sfruttare tale differenziale, ma è altrettanto logico il fatto che questo sbilanciamento a favore delle posizioni short Yen e long Gbp potrebbe creare delle condizioni ideali per crolli improvvisi della valuta anglosassone.
E questo potrebbe anche essere uno di quei momenti storici, sia perché la GbpUsd è sui massimi storici (quasi due dollari per una sterlina) sia perché il Usdjpy appare fuori linea rispetto al real effective change e rimane aperto un rischio rivalutazione Yen.

Question Enrico tu che possibilità intravedi per la coppia Bbp-Jpy nell’eventuale rialzo della valuta nipponica?

Enrico: La sterlina è una moneta molto sopravvalutata, come lo yen è molto sottovalutato. E la miscela è quindi esplosiva. Come bolla economica la Gran Bretagna è più vicina agli USA che all'europa, dove la bolla è meno pompata.Sono molti carry trader che s'indebitano proprio nella moneta giapponese e investono in titoli inglesi e nella loro valuta. Il che ci indica che quando lo yen invertirà la rotta il pounds seguirà a ruota. Sterlina che scende, yen che sale, ed il cross farà 20 figure in poco tempo!

Question dal tuo punto di vista Daniele (Ponzinibbi)?

Nel caso lo yen trovasse il sostegno da parte delle autorità monetarie, potrebbe mostrare una forte correzione immediata nei confronti della sterlina, con un target a breve termine di 228.00, il che significherebbe tornare ai livelli di inizio anno. Questo rappresenterebbe un movimento di correzione particolarmente ampio, ma artificiale, e come tale di fragile tenuta. Rimarrebbe infatti sullo sfondo l’ipotesi, abbastanza verosimile, di un altro rialzo dei tassi britannici, che potrebbe bruciare in tempi rapidi il suddetto rintracciamento.


Question Il Giappone non sembra intenzionato a sostenere la sua valuta dall’altro canto L’Europa spinge perché lo Yen ritorni a rafforzarsi…perché due posizioni cosi opposte?

Ponzinibbi :Sull’euro si concentrano da tempo buona parte delle tensioni derivanti dagli squilibri delle bilance dei pagamenti di diversi paesi, dato che alcune autorità monetarie e fiscali (ad esempio, quelle nipponiche) possono intervenire direttamente sul mercato per realizzare obiettivi di rilancio della proprio economia. Il Giappone ha scelto di seguire una specifica politica del cambio, indirizzata al mantenimento di un forte livello competitivo sulle esportazioni, in assenza di una solida ripresa dei consumi interni. La Bce, invece, non ha una esplicita politica del cambio, e si concentra unicamente sulla stabilità dei prezzi interni. Questo consente ai giapponesi di sfruttare il deprezzamento naturale della loro valuta (dati i bassi tassi di riferimento del Sol Levante) per condurre una politica commerciale energica, fino a quando la situazione non diviene intollerabile per le valute concorrenti, dando luogo ad un balletto di interventi verbali che spesso si risolvono in forti movimenti speculativi.

Question Cosa ha da guadagnare il Giappone dalla debolezza della sua divisa e cosa ha da temere L’Europa dallo Yen debole…?

Ponzinibbi: Il Giappone continuerà a mantenere lo yen debole finché potrà, dato che il problema interno continua ad essere la deflazione strisciante e il ristagno dei consumi. L’unico pericolo viene dall’eventuale rincaro delle materie prime. L’euro rischia di perdere quote importanti sul commercio internazionale sul lungo termine, ma in realtà la Germania ha dimostrato che si può vendere bene all’estero anche in presenza di un euro forte, e questo perché la competizione si gioca non solo sui prezz,i ma anche sulla qualità e la diversificazione settoriale.



Question Secondo te Enrico come si spiegano queste prese di posizioni cosi divergenti?

Enrico:Il giappone sta uscendo da una depressione decennale, e nella mente dei giapponesi è ancora insita la paura. Per quanto l'economia giapponese sia stata risanata, è sorto un altro problema che impedisce al giappone di alzare i tassi d'interesse e di rivalutare la propria moneta.
Il giappone possiede gran parte del debito USA, e gli USA sono tra i più grandi investitori del giapppone. Il giappone grazie anche alla svalutazione della moneta è uno dei più grandi esportatori nel mercato cinese, che come sappiamo è in grande via di sviluppo, e di conseguenza ha portato al giappone lauti profitti in questi anni. La Cina come il giappone posside gran parte del debito USA. Se lo yen si rivaluta gran parte degli investimenti in bond americani tornerebbe in patria, il dollaro scenderebbe molto di valore, e gli USA investirebbero meno nel giappone, perché cadrebbero in depressione…inoltre,prosegue Enrico, se la moneta nipponica si rivaluta il giappone avrebbe maggiori difficoltà nell'esportare in Cina, e l'economia giapponese ne risentirebbe molto. E' obiettivo del Giappone rivalutare la propria moneta insieme allo Yuan Cinese. Praticamente, nonostante l'economia giapponese sia adesso florida essa dipende molto dal valore della sua valuta, ed un rivalutazione soprattutto se violenta metterebbe il giappone in difficoltà.
Secondo me l'europa vuole la rivalutazione dello yen per il semplice fatto che non vuole innescare il carry trade massiccio, in previsione di altre revisioni di tassi al rialzo, sull'euro. Ovviamente influisce anche la competizione economica, in un mercato globalizzato avere delle potenze economiche come il giappone con una valuta così a basso prezzo, non fa piacere.

Question Riassumendo le due domande precedenti lei Berlinzani cosa ne pensa?

Certamente il fatto che in Giappone l’inflazione rimanga sotto controllo nonostante uno Yen così debole, aiuta l’economia del sol levante ad esportare in misura maggiore senza che il cambio peggiori la situazione del deficit pubblico e degli interessi su di esso.
La principale ragione di questa apparente contraddizione sta nel fatto che i paesi asiatici restano paesi ad alto tasso di risparmio e minor consumo, il che aiuta a mantenere sotto controllo i prezzi nonostante la svalutazione competitiva della valuta abbia effetti inflattivi anche importanti.
Per l’Europa invece possiamo notare come il cambio eccessivamente forte non aiuti le esportazioni , e quindi le aziende del vecchio continente soffrono la maggior competitività sui prezzi applicati dalle aziende del paese del sol levante.
Un discorso banale questo, perché certamente vi sarebbero da considerare riflessi più complessi sul mercato dei capitali che possono essere positivi per il vecchio continente e negativi per il Giappone.
Ma i riflessi sul mercato reale dei beni appaiono certamente quelli appena descritti.

Question Ci troviamo davanti ad un scenario macroeconomico e politico, non privo di incertezze che potrebbe ribaltare le previsioni rigide della analisi tecnica pura?

Berlinzani:Questo è assolutamente vero, ma è altrettanto vero che comunque ci si deve fidare sempre dell’analisi tecnica, perché anche cambiando lo scenario politico e macro, tutto questo farà cambiare lo scenario tecnico che si adeguerà (magari con un piccolo ritardo), e indicherà nuove strategie per il futuro.
Chi , sul mercato delle valute, si fida dell’analisi tecnica, potrà anche subire temporaneamente gli effetti di cambiamenti macro e politici, ma successivamente vedrà i benefici realizzarsi proprio grazie al nuovo scenario tecnico che si presenterà e che indicherà la strada da seguire.


Enrico:L'analisi tecnica è nata come accomodante. Quindi non solo per individuare i trend, ma soprattutto per individuare valori critici, che siano individuati da pattern e figure o da trend line e pivot. Usare i punti critici per cercare di prevedere è sbagliato.

Question Daniele dal tuo punto di vista pensi che possa esserci questa eventualità?

In realtà, gli eventuali disallineamenti tra analisi tecnica e fondamentale sono quasi sempre destinati a risolversi a favore dei valori fondamentali, anche se solo nel medio lungo termine. L’analisi tecnica resta indispensabile per la tempistica dell’operatività speculativa, e per la sua capacità di sintesi grafica di una serie potenzialmente sterminata di fattori critici. Ciò che essa mostra è solo il sentiment del mercato. Dietro quel sentiment di mescolano aspettative che raramente riescono a convergere verso un’ipotesi unitaria, determinando un trend coerente con i valori fondamentali di un economia. In ogni caso, conviene sempre seguire le indicazioni tecniche, dato che lo scenario macro fornisce esclusivamente un quadro di riferimento i cui effetti pratici si dilatano nel tempo.



Question La sterlina ha paura del voto in Scozia"... si apre cosi l' articolo pubblicato sul numero 6 di Economy uscito il 2 di febbraio, prosegue "se lo Scottish National Party (snp), Partito nazionalista che invoca
indipendenza e un possibile cambio della costituzione, vincerà …avrà un impatto negativo sul corso della valuta" Chris Furness strategist di 4Cast avverte "se la forza del Snp sarà confermata, meglio disfarsi delle sterline" mentre David Smith,presidente dell'Istitute of Economic Affairs, dice: " ...é da tempo che il pound rischia di perdere valore per motivi tecnici e se si aggiunge il rischio politico la situazione si fa difficile".
Si sa che al mondo di economisti e analisti del mercato con tendenza al " pensiero catastrofico" ve ne sono molti, stando alle opinioni di molti gli Usa avrebbero dovuto soccombere da un momento all'altro diverso tempo fa, invece anche se malandati sono ancora vivi e vegeti...
A questo punto quanto dare peso a questa notizia?


Ponzinibbi: Le valute, in fin dei conti, oscillano in considerazione del differenziale tassi e di forti squilibri delle bilance dei pagamenti. Le considerazioni relative al contesto socio-politico hanno importanza solo per le economie in via di sviluppo ed emergenti, non per i paesi industrializzati come la Gran Bretagna. Esistono ragioni tecniche solide a giustificazione di ulteriori rintracciamenti della sterlina dopo i recenti record, ma la sua forza è determinata da una politica monetaria restrittiva e da un’economia che continua a correre. Il resto è speculazione destinata a bruciarsi in poco tempo.

Question Enrico tu quanto peso pensi si possa dare a questa notiza?

Sinceramente non so molto dell'economia della scozia...certo è che se ne andrebbe una parte di entrate. Come hai già detto tu la sterlina è già sopravvalutata di suo, quindi per un motivo o per l'altro dovrà scendere. Quello della scozia è solo un eventuale segnale in più da seguire.
Ad esempio gli Stati Uniti la loro economia è in rallentamento...nonostante il dicembre super, che come ho detto più volte è stato più un rimbalzo necessario che un vero segnale di ripresa, l'economia è di nuovo in crisi, se andiamo a vedere i dati di questo gennaio non c'é effettivamente niente che ci fa rallegrare, ma è inutile sperare sempre nel crollo, anche se i segni si fanno sempre più pressanti e frequenti. C'é da rimanere all'erta, soprattutto per operazioni a lungo e medio termine, in questo periodo è nettamente meglio vivere alla giornata o non investire proprio!

Question lei Berlinzani cosa ne pensa …come interpretare questa notizia?

Berlinzani:Ad ogni notizia si deve dare il giusto peso, e non pensiamo che il voto scozzese possa cambiare il quadro tecnico riferito alla moneta.
Certamente la valuta britannica si trova su livelli pericolosi e pensando che nel 2000 ci
volevano 1.4000 dollari per fare una sterlina, ci rendiamo conto del fatto che una caduta da
questi livelli con una correzione potrebbe far male e molto chi ha in possesso sterline ai livelli
attuali.
Una corretta politica di money management, indipendentemente dai time frames utilizzati
(breve, medio o lungo periodo) è necessaria per evitare di farsi prendere in contropiede da un
movimento di ribasso della valuta.

Question Enrico parliamo un po’ di te, il tuo blog sta crescendo…dalla tua prima intervista (pubblicata sul forum) quanto sei cresciuto ?

Enrico:Tantissimo...da allora ho guadagnato il 400% in visite, non si può dire, purtroppo, attrettanto per i soldi!
Sono molto soddisfatto, ho iniziato delle collaborazioni, con trend-online, ed altre sorprese stanno arrivando...e fidatevi, stanno arrivando è molto vicino!

Question Da quanto possiamo leggere sul tuo blog http://oltrefinanza.blogspot.com/, ti stai interessando al petrolio anche se solo da spettatore, una tua analisi...a quale punto è la situazione attuale ?

Enrico:Si è interessante il discorso del petrolio, che ho scoperto è un mercato abbastanza tecnico, all'inizio non pensavo si adattasse l' AT a questo mercato, ma mi sto ricredendo. Sinceramente è difficile fare un punto della situazione, il mercato del petrolio è troppo importante e troppo speculativo per avere abbastanza informazione tali da prevederne l'andamento tramite l'analisi fondamentale. L'abbassarsi del petrolio ha permesso alla bolla economica di sgonfiarsi un po', penso comunque che avere un prezzo del petrolio troppo basso per molto tempo sia contro troppi interessi di politici e imprenditori. Il petrolio è destinato ancora a salire, la domanda continuerà a salire, grazie alla Cina e India. Se pensiamo inoltre che la Cina sta iniziando a portare la tecnologia e l'industria in Africa, aumenteranno nuovamente le domande sul greggio.
Per fare un po' di rumors sembrerebbe che una grande banchina di ghiaccio si stia staccando dal polo nord, e che la direzioni delle correnti la porti verso due pozzi petroliferi offshore. Quindi una bella impennata del petrolio nel caso dovesse succedere.




In fine , Enrico e Daniele una vostra previsione generale sulle principale valute per chiudere l’intervista,

Enrico: Euro Dollaro: trend di medio lungo rialzista, possibile tentativo a breve di sfondare area 1.28000. Previsione entro fine anno: 1.3550.

Credo che il trend laterale intrapreso recentemente possa durare più del previsto.

Pounds yen: lo vedrei a 214.00 entro l'anno. Ma in realtà potrebbe arrivare tranquillamente a 262.00, la cosa migliore e cercare di assecondarlo.

Euro pounds: 0.7000 entro fine anno.


Ponzinibbi: potrebbe aprirsi una nuova fase laterale di medio termine sull’eurusd. Il canale che si era materializzato tra 1.2450 e 1.2850 tra maggio e novembre del 2006 è stato poi rotto al rialzo verso i massimi più recenti. In assenza di un quadro definitivo sullo stato effettivo dell’economia Usa (soft landing? Accelerazione a sorpresa? Stabilizzazione del mercato immobiliare?) il mercato non potrà assumere una direzione certa, mantenendo e magari consolidando i livelli attuali, dando luogo ad un nuovo movimento in trading range tra 1.2850 e 1.3350. L’orientamento di lungo periodo (dopo la primavera) vede però ancora solida l’ipotesi di una rottura al rialzo di quota 1.3350. L’usdyen dovrebbe seguire una fase di ulteriore rafforzamento, pur avendo margini residui più ridotti, con uno spazio tecnico potenziale fino a 125.50/60, prima di subire un rintracciamento fisiologico o determinato da interventi della BoJ/MoF. Il cable dovrebbe consolidare ancora tra 1.9150 e 1.9900 prima di rompere i massimi storici. Per l’euryen dovremmo assistere ad ulteriori apprezzamenti anche oltre quota 160.00, per poi verificare la possibilità di una correzione a consolidamenti delle quotazioni superiori a 152.40/50.
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